Zucco di Pesciola - Cresta Ongania
26 Gennaio 2014
Le condizioni non sono buone, tanta neve fresca, alto il pericolo slavine e non fa neppure freddo. Qualche telefonata, poi si decide: si va lo stesso. Scegliamo una cresta per essere al sicuro da eventuali cedimenti del manto nevoso: la Cresta Ongania allo Zucco di Pesciola.
Le condizioni non sono buone, tanta neve fresca, alto il pericolo slavine e non fa neppure freddo. Qualche telefonata, poi si decide: si va lo stesso. Scegliamo una cresta per essere al sicuro da eventuali cedimenti del manto nevoso: la Cresta Ongania allo Zucco di Pesciola.
Ritrovo al rifugio Lecco, una stretta di mano e si inizia a tracciare nella neve alta.
Tiriamo su dritti per un canale che si fa sempre più ripido, la neve a tratti cede e i ramponi stridendo incontrano la roccia.
Quando finalmente sbuchiamo in cresta un vento gelido ci colpisce la faccia, ci leghiamo e ripartiamo lungo la cresta. Inizia qui una favolosa danza con la nostra montagna, tra neve, bianco calcare e la bellezza di queste piccole dolomiti lecchesi.
Quando sbuchiamo alla madonnina di vetta una soddisfazione infinita ci invade, mentre molto più in basso minuscoli sciatori, come formichine nere, rigano le piste.
Eppure la via non è nuova per nessuno dei due, eppure la vetta è tutt’altro che vergine.
Ma oggi, in questa giornata d’inverno dalle condizioni pessime, ci sentiamo i conquistatori del mondo. Questo ci sa regalare la montagna e noi, con la nostra scalata, rendiamo grazie.
Relazione: http://www.on-ice.it/onice/onice_view_report.php?type=4&id=4552
Ma oggi, in questa giornata d’inverno dalle condizioni pessime, ci sentiamo i conquistatori del mondo. Questo ci sa regalare la montagna e noi, con la nostra scalata, rendiamo grazie.
Relazione: http://www.on-ice.it/onice/onice_view_report.php?type=4&id=4552
Testo: Stefano Sala
Fotografie - Filmati: Claudio Pesenti
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