SCALIAMO LE MONTAGNE
PER CONQUISTARE NOI STESSI
PER CONQUISTARE NOI STESSI
"Può essere che queste cime e montagne siano una caratteristica che abbiamo tutti dentro di noi?".
Così
si interrogava il regista Werner Herzog nel 1984 dopo aver girato in
Pakistan le riprese per il film "Gasherbrum", sul concatenamento dei due
omonimi ottomila pakistani da parte
di Reinhold Messner e Hans Kammerlander.
Di
fronte a un'impresa storica come quella dei due alpinisti sud-tirolesi
la domanda sorgeva spontanea: cosa spinge alcuni uomini a provare
fatiche interminabili, a rischiare persino la vita pur di raggiungere le
cime di ammassi di roccia e ghiaccio plasmati dalle ere geologiche?
Le
alternative sono due: un gioco decisamente pericoloso, oppure la
ricerca di qualcosa di profondo che forse nessun'altra attività fisica è
in grado di regalare in modo così intenso.
Con questo blog vogliamo cercare di indagare l'origine del sentimento che ci spinge sulle montagne...e provare così a conoscere meglio noi stessi.
Con questo blog vogliamo cercare di indagare l'origine del sentimento che ci spinge sulle montagne...e provare così a conoscere meglio noi stessi.
Claudio Pesenti
Perché
ci dirigiamo verso quelle cime lassù dove ogni fenomeno naturale, il vento, il
ghiaccio, la roccia, sono così lontani dal più quieto vivere umano?
Non
è per fame che si scala una montagna, non è per necessità di sopravvivenza, né
per conquistare una posizione sociale. Eppure l’alpinista prende e va; ha il
cuore irrequieto davanti alla montagna, è pronto a sopportare la stanchezza, la
fatica, il pericolo: è pronto ad affrontare tutto questo per andare dietro ad
un desiderio che gli brucia l’anima. E’ pronto ad accettare tutto questo per
cercare di calcare la cima di un mucchio di pietre.
Sembra
così irrazionale, eppure accade.
Si
potrebbe semplicemente dire, come affermava il grande Mellory, che si scala una
montagna perché questa è lì. Ma non basta.
Forse
è più corretto notare che alcuni uomini scalano le montagne perché essi stessi sono
lì. Sono lì davanti a quella bellezza grandiosa, a quegli strepitosi e misteriosi
monumenti a Dio che come sentinelle del firmamento si stagliano verso il cielo.
Diciamo
allora che noi scaliamo le montagne perché non possiamo farne a meno. Perché per
sentirci uomini abbiamo bisogno di elevarci oltre la routine quotidiana e il
sogno da pubblicità; abbiamo bisogno di sentire lo spirito sbattere sulla
roccia del mondo. Abbiamo bisogno di lottare, danzare con la natura più
selvaggia e grandiosa, conquistando passo dopo passo, metro dopo metro, quell’altezza
bellissima che è risposta alla nostra anima.
Stefano Sala
English version
WE CLIMB MOUNTAINS
TO CONQUER OURSELVES
"Are maybe these peaks and mountains a characteristics that we all have inside ourselves?"
The director Werner Herzog asked it to himself in 1984 after the shootings for the movie "Gasherbrum" in Pakistan, about the climb of the two namesake 8000 m peaks by Reinhold Messner and Hans Kammerlander.
The director Werner Herzog asked it to himself in 1984 after the shootings for the movie "Gasherbrum" in Pakistan, about the climb of the two namesake 8000 m peaks by Reinhold Messner and Hans Kammerlander.
With
that historical climb made by the two climbers from Sud-Tyrol the
question was spontaneous: what is the reason why do some men feel
never-ending fatigues, sometimes risking their own lives, just to reach
the top of big clusters of rock and ice built by geological ages?
The
possible answers are two: a seriously risky game, or the quest for
something deeper that maybe no other physical activity is able to give
as a gift in such intense way.
With
this website we will try to investigate the origin of the feelings that
push us in the mountains...trying in this way to know better ourselves.
Claudio Pesenti
Why do we head to those peaks where every natural phenomenon, wind, ice, rock are so far from the most quiet living?
We
climb mountains not for hunger, not for need of survival, nor to
conquer a social position. And yet the climber is ready and start his
adventure; he has a restless heart in front of mountains, he is ready to
bear fatigue and danger; he is ready to face all this to try to put his
feet on a bunch of rocks.
It seems so irrational, but it happens.
We could just say, like the great Mellory said, that we climb a mountain because it is there in front of us. But that's not all.
Maybe it is better to note that some men climb mountains because men are there.
They
are in front of that great beauty, those amazing and mysterious
monuments to God which stand out against sky like sentinels of
firmament.
Then
we can say that we climb mountains because we can't live without it.
Because we need to raise above the daily routine and advertising dreams;
we need to feel our spirit shaken by the rock of world. We need to
fight, to dance with the wildest and greatest nature, conquering step by
step, meter by meter, that beautiful height that is answer to our soul.
Stefano Sala
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